Finestre e Incontri: le proposte didattiche del Centro Astalli
La società italiana è una realtà sempre più complessa che quotidianamente pone nuove sfide in termini di convivenza e di integrazione. Sono ormai numerosissime le occasioni per sperimentare un pluralismo culturale e religioso non solo teorico ma quanto mai concreto. Di fronte a tale fenomeno possiamo scegliere di percorrere strade molto diverse fra loro: erigere muri fondati sulla paura e su banali luoghi comuni, limitarsi semplicemente alla coesistenza, che non si trasforma in dialogo, oppure avventurarsi in un incontro con l’altro che diventa prezioso arricchimento reciproco. Purtroppo invece sembrano persistere pregiudizi, atteggiamenti discriminanti, narrazioni frammentarie e confuse che possono facilmente tramutarsi in terreno fertile per pericolose semplificazioni e strumentalizzazioni politiche. A questo contribuisce un’informazione superficiale che troppo spesso si limita a trattare queste tematiche con toni sensazionalistici, senza mostrarne la complessità. In un simile scenario la scuola, laboratorio di integrazione per eccellenza, diventa spazio fondamentale per favorire nelle giovani generazioni la comprensione di un contesto sociale in costante divenire. Da diversi anni, il Centro Astalli promuove nelle scuole medie e superiori i progetti Finestre e Incontri, per sensibilizzare migliaia di studenti italiani sui temi del diritto d’asilo e del dialogo interreligioso attraverso il confronto diretto con uomini e donne che hanno vissuto l’esperienza dell’esilio e con testimoni di diverse fedi religiose. Ogni progetto prevede un percorso didattico preparatorio e un lavoro previo di raccordo con i docenti per calibrare l’intervento sulle esigenze degli alunni che diventano i protagonisti, insieme al rifugiato e al testimone della religione prescelta, dell’incontro stesso. I ragazzi restituiscono l’esperienza vissuta in classe attraverso un racconto che potrà essere selezionato tra i vincitori dei concorsi letterari promossi dal Centro Astalli “Scriviamo a colori”, per le scuole medie e “La scrittura non va in esilio” per le scuole superiori. Immedesimarsi nell’altro da sé, dare un nome e un volto a mondi che appaiono lontani è il modo più efficace per superare gli stereotipi e rapportarsi in prima persona con la realtà che ci circonda. Costruire una società in cui le diversità etniche, linguistiche e religiose siano considerate una ricchezza e non un ostacolo per il futuro non è un lusso, ma una necessità. Come ha ricordato papa Francesco nel discorso presso l’università di al –Azhar in Egitto “educare all’apertura rispettosa e al dialogo sincero con l’altro, riconoscendone i diritti e le libertà fondamentali, costituisce la via migliore per edificare insieme il futuro, per essere costruttori di civiltà. Perché l’unica alternativa alla civiltà dell’incontro è la inciviltà dello scontro, non ce n’è un’altra”.
Francesca Cuomo e Bernadette Fraioli