SHAHIDA, TRACCE DI LIBERTÀ

100 ARTISTI AL FIANCO DELLE DONNE RIFUGIATE

Nuovo progetto musicale, in continuazione con Yayla – musiche ospitali, per il Centro Astalli in collaborazione con l’Appaloosa records, in uscita il 20 giugno in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato 2023.

Il titolo pensato è “Shahida. Tracce di libertà”: Shahida è un nome di donna; in arabo vuol dire testimone. È anche il nome della giocatrice della nazionale di hockey del Pakistan morta nel naufragio al largo di Steccato di Cutro dove hanno perso la vita 94 persone di cui 35 bambini. Il focus che si vuole evidenziare in questo ampio triplo album di canzoni e di testi recitati e musicati, è la condizione femminile all’interno dei processi di migrazione. Si vogliono sottolineare non solo le difficoltà in cui le donne si imbattono nelle terre di origine da cui spesso sono costrette a scappare – come si può osservare dalle tante notizie drammatiche che provengono dall’Afghanistan, dall’Iran, per citare solo due esempi su cui anche i media pongono i riflettori – ma anche quel continuo essere in pericolo durante i viaggi e anche successivamente in quel fragile e labile inserimento in una società, quella occidentale, che troppo spesso rimane ancorata a stereotipi e a condizionamenti culturali che ostacolano in maniera evidente l’emancipazione della
donna, ancor più quando è straniera o immigrata.
Shahida non è un progetto femminista e neanche al femminile, ma rappresenta uno spazio di dialogo musicale e di speranza che parte dalle tante voci di artisti che con grande passione hanno aderito a questa iniziativa.
Antonella Ruggiero, che possiamo considerare un po’ la madrina di questo album, reinterpreta il celebre
brano di Battiato, “Povera patria”, insieme a Oleksandr Iarmola per opporsi alla guerra in Ucraina, che continua a mietere vittime, tanti civili, troppo spesso donne e bambini. La musica, inoltre entra nel carcere femminile di Pozzuoli dove la cantautrice napoletana Marilena Vitale si mette in un dialogo musicale con una ragazza della Tanzania, per far sì che i muri delle carceri possano risuonare di speranza e di sogni nuovi.
Come in un sogno, leggero e veloce, la cantante italo canadese Sara Jane Ceccarelli, fa librare nell’aria la
sua canzone “Libellula”, in cui i pesi e la gravità dell’esistenza non hanno l’ultima parola sulla vita. Amir Issaa, rapper romano, che ha vissuto le leggi della strada delle periferie, attraverso la musica rap e hip-hop trasforma la sua rabbia in una valvola di sfogo positiva e trova la forza per raccontare al mondo la sua storia e quella di tutti i ragazzi e le ragazze che vivono il disagio di sentirsi stranieri in qualsiasi luogo perché la terra stessa troppo spesso è ostile.
La poetessa Ana Varela Tafur, già citata da Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica “Querida Amazonia”, declama le donne dell’Amazzonia costrette in una continua fuga che sembra non avere mai fine.
L’album è dedicato a Mariana Mareme Mbaye, ospite del Centro Astalli per tanti anni, cantante, sportiva, amante del basket, che con quel sorriso contagiante sembrava far dimenticare almeno per un attimo le tante fatiche affrontate per ottenere un riscatto sociale e una vita dignitosa.
Ci ha lasciato improvvisamente per una malattia, ma la sua canzone “Maman”, dedicata alla propria mamma prima di partire per il viaggio della speranza, continua a risuonare nel vento, in un arrangiamento scritto da Francesca Buonpane e musicata da molti suoi amici che l’hanno conosciuta al Centro Astalli.

Claudio Zonta sj


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